Genova, una pallottola per il Becchino, di Maria Teresa Valle,Fratelli Frilli 2022, recensione di Daniela Domenici
Un anno e mezzo dopo la seconda indagine del suo commissario capo Damiano Flexi Gerardi, soprannominato “il Becchino”
è tornata a “trovarmi” Maria Teresa Valle, prolifica autrice ligure, e ho divorato il suo noir in un soffio.
Ancora una volta bravissima a caratterizzare psicologicamente e fisicamente il commissario con le sue fobie, i suoi scheletri nell’armadio, il suo passato che riemerge quando meno se lo aspetta; ma anche il suo fido ispettore Silvio Marceddu, la cognata Angela e il collega Dominici, ognuno/a di loro emerge a tal punto che sembra di poterli/e visualizzare.
La storia è ambientata a Genova alla fine di aprile del 1952 quando la città sta per essere “invasa” da un raduno di alpini e il commissario si trova quindi a dover gestire questo evento al meglio ma, nel frattempo, deve cercare di scoprire chi sia l’autore/rice delle varie morti che si susseguono: “sono tutte collegate da un unico movente e un unico assassino, come sembra pensare il Becchino, o sono dovute a mani diverse, come crede il commissario Dominici?” Valle riesce, con consumata maestria, a tenerci con il fiato sospeso fino alla fine e a farci innamorare ancora di più del suo commissario.
Complimenti per lo stile narrativo semplicemente perfetto, denso di dialoghi ma anche di accurate e affettuose descrizioni della Genova di quegli anni: aspettiamo la prossima indagine del Becchino!