tombstones, di Loredana De Vita

https://writingistestifying.com/2022/11/23/tombstones/

Toglie il respiro questo nostro tempo cieco. Ci sono disastri naturali ovunque nel mondo, la maggior parte causati dalla nostra inedia e noi, invece di operare per soccorrere la Terra e le persone, costruiamo catastrofi sociali dalle quali non si prospetta alcun sopravvissuto. Noi, creiamo distanze e separazioni, conflitti e discriminazioni, distruggiamo ciò che il senso edifica per assemblare ciò che il senso dovrebbe trovare abietto. La Terra soffre, le persone perdono il diritto alla vita e i più si crogiolano nelle parole dell’inganno e nel lustro di specchi dorati che riflettono solo sé stessi.
Quanta incoerenza, quanta cecità, quanto tradimento in questa sorta di repulsione verso il significato della vita! Questo non è un dilemma, è stupidità! Non c’è la difficoltà di scegliere tra ciò che è bene per sé anche se causa il male per gli altri e il male per sé o per gli altri. Qui si tratta di incarnare il valore che si vuole dare alla vita in generale, è qualcosa d più grande dell’individuo, del singolo, dell’egoismo. In gioco non ci sono gli interessi personali, ma quelli di tutta la Terra, nessun espediente o strategia potrà mai salvare l’individuo.
Questo è il problema, non siamo capaci di pensare come comunità ma solo come individui. Abbiamo talmente smarrito il concetto e il pensiero dell’altro insieme a noi che non ci accorgiamo di quanto stiamo in realtà danneggiando anche noi stessi. Abbiamo deposto le armi della speranza e indossato l’armatura dell’attimo che fugge. Abbiamo smesso di costruire e abbiamo ritenuto più semplice demolire. L’io ha prevalso sulla comunità al punto da annientarne persino il solo pensiero e non siamo più capaci di muoverci insieme poiché ogni cosa diventa disputa, ogni cosa è motivo di “misurarsi”, ogni cosa è definita dalla necessità di prevalere non per proteggersi soltanto, ma per annientare l’alterità che ci affianca. Abbiamo ammassato macigno su magigno per rendere visibile l’immagine del nostro cuore di pietra e quella di un pensiero statico incapace di agire oltre il proprio io, ma siamo davvero inconsapevoli di quanto questa inanità nel liberarsi dall’ego stia causando la cecità del nostro sguardo e la sconfitta del nostro essere?
Se non siamo più capaci di uno sguardo ampio, come possiamo immaginare di lavorare insieme a un altro? E che cosa si costruisce da soli? Edifici fatiscenti e pronti a crollare prima che l’ultima pietra sia stata deposta.
Pietra dopo pietra costruiamo la nostra torre d’avorio, ma ciascuna pietra è come la deposizione di una lapide sul corpo dell’umanità perduta.

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