i miraculi do Bamminu, di Cinzia Caminiti, al Polo Tattile Multimediale di Catania, recensione di Franco Amata
Un salone ben arredato, poltrone comode, tante luci tutte accese, leggii coloratissimi (unico elemento scenografico), nessun microfono e gli artisti elegantemente vestiti in nero accolgono il pubblico salutando calorosamente amici e parenti venuti lì ad assistere ad un evento che così è diventato informale, intimo, familiare. Semplice. Una formula vincente come ci dice l’autrice,Cinzia Caminiti. attrice e regista di “I miraculi do Bamminu”.
“Vorrei in teatro si ricreassero più spesso e in naturalezza delle atmosfere calde, di contiguità ed empatia… mi piacerebbe che certe volte sparisse la quarta parete per accorciare la “formale” distanza tra attori e pubblico.
E questo è uno di questi casi, vuoi per l’argomento, vuoi per il periodo (il natale ci vuole tutti più uniti e vicini) vuoi per la location che ci ospita con una disponibilità davvero rara che ci lusinga e ci onora.
Il Polo Tattile Multimediale si presta a questo genere di approccio: il pubblico presente non ha bisogno di fronzoli e orpelli e non ha bisogno di formalismi inutili. Questo lavoro che nasce dal cuore è al cuore che deve arrivare. E ciò basta.
Si sta tutti insieme a vedere o solo a sentire comunque a cogliere e incamerare emozioni. Per questo oltre a non prevedere una scenografia, ho concepito questo piccolo e semplice recital come un lavoro “sensoriale” adoperando allo scopo dei rumori e dei suoni attinenti ai racconti e alcuni canti che solo a sentirli diventano immediatamente sentimento da trattenere in sè.
Mi piacciono queste cose, del mio lavoro. Mi piacciono tantissimo. Mi piace creare atmosfere leggère e piacevoli. Mi piace che chi assiste porti con sé, al ritorno, nelle proprie case, un po’ di calore e sensazioni lievi.
Anche per questo ho affidato a Roberto Fuzio, amico e collega nonché eccezionale e sensibile musicista l’esecuzione delle musiche di scena e a Nicoletta Nicotra, voce giovane, intonata e dalle modulazioni ben strutturate nonostante l’età, la riproposta dei canti popolari della tradizione siciliana scelti per l’occasione.
Sono le “ninnarelle”, canti natalizi dedicati a Gesù Bambino, alla sua vita e al suo rapporto con la Madonna, sono le filastrocche e i giochi fanciulleschi. Sono quadretti tenerissimi di grande grandissimo effetto.
I racconti, poi, sono un mio patrimonio personale: tramandatami oralmente da mia nonna Marietta mentre mi imboccava, da nonna Vincenzina in cucina mentre mi preparava il pane fritto, da zia Carolina che andavo a trovare nella sua casa in via Milano , dalla Signora Santoro indimenticata vicina di casa seduta davanti alla porta su una sedia mentre noi bambini accanto, sul pisòlo stavamo ad ascoltare e da zà Mena “a fimmina de cunti” a Ramacca che raccontava storie attorno al braciere Ho ricordi nitidi di quei fatti e grazie a questi ho potuto ritrovare i cunti appresi durante la mia infanzia felice. Dopo un notevole sforzo di memoria sono riaffiorate alcune frasi, certe parole, piccoli concetti, precise sensazioni… li ho riscritti ed ecco “I miraculi do Bamminu”.
Questa volta non ho scomodato i grandi etnoantropologi ai quali mi rivolgo per compiere le mie ricerche ma le ho trovate dentro di me, ed è stato magico. La prima tra tutte a commuoversi per tutto ciò sono stata io. E quando mi commuovo io è quasi automatico che si commuoverà chi verrà ad ascoltare. Dopo tanti anni l’ho capito. Ormai mi fido delle mie intuizioni.
E infatti il pubblico ha recepito perfettamente ed è stato un incanto. E’ un miracolo che si ripete dal 1993, anno in cui ho cominciato una ricerca su “cose di Natale”: canti, storie, novene, preghiere, immagini sacre, santini, ricette… tutto materiale che metterò in un libro al quale sto lavorando da anni.
Per il momento e in attesa di pubblicarlo “conzo” spettacoli.
Questo Natale volevo riposarmi, il “teatro della città” mi ha coinvolta in un progetto dedicato alle scuole di periferia in cui abbiamo realizzato sia “i Miraculi do Bamminu”, sia “Vangelu – storia di Gesù dalla nascita alla licenza elementare”, un altro mio spettacolo di Natale liberamente ispirato ai vangeli apocrifi. E’ andata più che bene anche lì, anche se i ragazzi avrebbero bisogno di ripetizioni di dialetto siciliano.
Quando è arrivata la proposta del Polo Tattile eravamo già pronti, ed eccoci qui tutti felici e contenti”.
“Li Rosi di la Madonna”: Chi porti sutta lu mantu? Rosi! E li rosi non pungiunu? Ci sunnu rosi ca non pungiunu e fannu uduri di Paradisu, e “u cuntu d’o peri d’alivu” pianta benedetta dalla Madonna e considerato l’albero della pace perché per farle ombra abbassa le sue fronde, si riepie di foglie d’argento permettendole così di fare un “santo” pisolino. E poi il miracolo del germoglio dei fiori nel deserto e dell’acqua che sgorga pura e limpida dalle pietre quando la Sacra famiglia per sfuggire alla strage degli innocenti che quella “jena d’Erode” sta mettendo in atto, deve, per salvare il piccolo Gesù, raggiungere “l’Agittu” e la “leggenda del pettirosso”: La notte di Natale un uccellino grigio muovendo le sue ali per una notte intera, senza fermarsi mai, riesce a tenere acceso il fuoco e a mantenere viva la fiamma che serve a scaldare la Sacra famiglia e per questo la Madonna l’indomani per ringraziarlo portandoselo dolcemente al cuore gli fa dono del canto e del i colore del suo petto; “U cuntu di lu lauru”: (l’allòro) che nacque spontaneo e profumato immediatamente dopo che l’acqua usata per lavare il Bambino fu gettata da una donna davanti l’uscio, e ancora “U primu miracolu di Gesù Bammino” compiuto proprio quando il Bambinello appena nato, dalla mangiatoia dove era adagiato, trasforma le lacrime di una pastorella, cadute sulla neve, in fiori rossi simili a stelle. Le stelle di Natale, i fiori con cui si conzano le “cone”.
Questi alcuni racconti tecnicamente chiamati “cunti” ascoltati il 5 di gennaio 2023 al Polo Tattile, cunti che hanno toccato tutte le corde emotive e dei quali il pubblico ha goduto applaudendo fragorosamente ad ogni storia e ad ogni canto.
Mi preme sottolineare come questo pomeriggio ognuno si è sentito coinvolto: “questi cunti ci appartengono profondamente”, ha detto qualcuno.
Cinzia Caminiti sostiene orgogliosamente che sono memorie personali ed è vero ma lei non sa che riproponendole ne ha fatto un’opera magistrale.
Quelle storie non sono solo della “sua famiglia” sono di ogni famiglia siciliana. Questa è quello che si chiama ricorrere alla memoria collettiva.
Bisogna però avere le competenze per fare riemergere ricordi così reconditi e lei queste capacità le ha tutte e ha trovato il modo giusto per coinvolgerci e ammaliarci.
I cunti scritti in un dialetto arcaico, scorrevole e a tratti poetico, sono stati recitati in maniera impeccabile e coinvolgente e gli accompagnamenti di suoni della natura e gli accenti musicali durante i racconti (lo scorrere dell’acqua o gli zoccoli do sciccareddu o il battito delle ali…) hanno completato e aumentato il valore dell’opera.
Naturalmente molto ha fatto la professionalità e la competenza degli interpreti a partire dalla stessa autrice che recita e canta con una padronanza notevole, coadiuvata in questa arte del narrare dalla convincente Raniela Ragonese.
E se i cunti hanno più volte fatto accapponare la pelle, le musiche e i canti non sono stati da meno. Eseguiti alla perfezione dai due protagonisti, il Maestro e la giovane Nicoletta, valente chitarrista lui multisuoneria lei, in certi momenti hanno fatto veramente vibrare i cuori.
Sono canti ricercati tra i più melodiosi e conosciuti della Cultura Popolare ed eseguiti con vera maestria sia nelle parti soliste che e nelle parti corali. Da sottolineare inoltre la perfetta sintonia fra tutti gli esecutori. Sono testimone di alcune lacrime di commozione.
Applausi sentiti hanno accolto e salutato questa compagnia di ottimi professionisti che ci ha fatto rivivere sessanta minuti di pura liricità.
Il Polo Tattile, come dice il presidente Luca Grasso, non vede l’ora di riaverli ancora. Si sono dati appuntamento a questa estate con un altro lavoro.
Noi ci saremo.
Franco Amata.
I MIRACULI DO BAMMINU -racconti e canti popolari –
con Cinzia Caminiti – Roberto Fuzio – Nicoletta Nicotra – Raniela Ragonese testo e regia di Cinzia Caminiti
Musiche di scena e canti eseguiti dal vivo da Roberto Fuzio e Nicoletta Nicotra 5 Gennaio 2023 POLO TATTILE MULTIMEDIALE – CT
produzione Teatro della città – Schizzid’arte teatro musica laboratori