l’uomo che metteva in ordine il mondo, di Fredrik Backman, recensione di Loredana De Vita

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“L’uomo che metteva in ordine il mondo” (Mondadori, 2012) è un piacevolissimo e commovente romanzo di Fredrik Backman. Piacevolissimo per la disinvoltura della narrazione, commovente perché la storia di Ove, il protagonista, è una storia d’amore profonda ma vissuta nella semplicità di un uomo comune che, persa la moglie, crede di non essere più nessuno e desidera solo ricongiungersi con la sua amata.
Più e più volte e in modi diversi, infatti, Ove tenterà il suicidio, ma ogni volta accadrà qualcosa di “banale” a interrompere bruscamente il suo progetto.
Quello che affascina particolarmente in questo romanzo, è la semplicità e banalità della routine nella vita di Ove, il che lo rende uguale a ciascuno di noi. Il suo senso di inadeguatezza, infatti, non è dissimile dallo sgomento che spesso assale la persona comune nel sentirsi (o credere di essere) assolutamente insignificante.
Ove è un uomo di poche parole, burbero, quasi maniacale nel suo ruolo di controllore di ogni cosa affinché nel parco in cui abita tutto accada secondo le regole stabilite dai condomini, che poi sono anche i primi a trasgredirle.
Eppure, Ove non è un uomo banale né un uomo cattivo. Ove è un uomo che proprio per la sua dignità e responsabilità ha fatto innamorare Sonja, sua moglie, ed è diventato un punto di riferimento per molti nel suo quartiere… solo che Ove non ne è consapevole. Le trasgressioni sulle quali interviene quasi sempre con modi bruschi sono accompagnate dalla disponibilità di offrire un aiuto cui non si sottrae mai, sebbene il suo atteggiamento resti scontroso, sebbene sbuffando. Ove, senza volerlo né imporlo, si rende indispensabile alla sua comunità che lo rispetta profondamente.
I piani di suicidio saranno infine abbandonati, non perché Ove non desideri ricongiungersi con la moglie, anzi, ma perché l’arrivo di alcuni nuovi abitanti nel quartiere lo terranno continuamente impegnato ad assisterli, a crescerli quasi, e grazie alla sua vicinanza costruirà con il vicinato un legame di famiglia (nei fatti se non di sangue).
Gli eventi si succederanno agli eventi e sempre sarà presente la figura della moglie Sonja cui, al cimitero, andrà a raccontare ogni giorno quello che gli capita portandole un mazzolino di rose rosa così come il primo bouquet di fiori di cui le aveva fatto offerta al loro primo appuntamento.
Ove è così, un uomo dai valori e principi solidi, una persona solitaria e brusca certo, ma è anche un uomo capace di solidarietà e accoglienza non sbandierate, ma vissute nel profondo della naturalezza del proprio essere fino in fondo al suo ultimo respiro.
La scrittura di Fredrik Backman in questo romanzo è diretta e senza retorica, sembra lasciar dipanare la vita di Ove come un gomitolo di cui si sia infine trovato il bandolo. Non c’è bisogno di retorica, l’amore è l’amore, è semplice perché (e quando) vero.
“L’uomo che metteva in ordine il mondo” (Mondadori, 2012) è un piacevolissimo e commovente romanzo di Fredrik Backman che consiglio di leggere.

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