La barca di Adele Libero
Lo senti, stanotte, il vento,
che urla, fin dentro le scale,
portandosi foglie,
pallido segno autunnale?
…
La vedi, là in fondo
la spuma e una barca,
da sola, che sale
le onde impazzite
che a riva schiaffeggiano il cuore?
…
Di colpo è mutato, stanotte,
il vento, che prima
aiutava le rotte
e le vele, gonfiate, al sole
avanzavano, ghiotte,
adesso ruggisce.
…
Si frena l’istante, la morte, attende,
furiosa, bramosa,
ghermisce qualcosa.
E nella spuma s’arrende
al niente e sfuma lontana
la barca innocente del cuore.
Bellissimo commento Salvatore, molto calzante, hai colto perfettamente il mio intento !!
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Complimenti Adele!Una poesia che ti cattura con il suo ritmo incalzante creato dalle assonanze della rima,che mima il flusso e riflusso della marea;verso agile dalla musicalità dannunziana;c’è un senso tutto pagano della morte che ghermisce il povero cuore,come fragile barchetta inghiottita nell’orrido gorgo fatale,di Oceano, che ruggisce come orribile famelico leone.
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Versi che sanno di attesa, di magia, di tragicità. Il mare dona la vita, ma il mare può ghermirla. Mi piace tanto che te la ruberei ! Complimenti Adele !
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Grazie mille, Fausta!
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E’ molto bella!
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