Dirottatati in ostaggio: odissea d’agosto 2013 di Daniela Domenici

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Inizio questo mio racconto dettagliato dell’odissea appena vissuta con un messaggio che scrivo di proposito a lettere cubitali:
PENSATECI BENE PRIMA DI VIAGGIARE CON VOLOTEA
SE NON VOLETE VIVERE COME NOI UN’ODISSEA.
E ora vi racconto tutto nei dettagli come promesso:
– Partenza prevista da Catania Fontanarossa a Firenze Peretola ore 18.40: all’arrivo in aerostazione scopriamo, guardando il tabellone delle partenze, senza che nessuno della compagnia ci dica niente (e questo accadrà per tutto il resto del nostro “viaggio allucinante” di Asimoviana memoria), che il nostro volo CT-FI, scheduled alle 18.40, è previsto (expected) partire alle 20.40
– Non ci viene fornita alcuna motivazione né dal personale dell’aeroporto né da qualche addetto Volotea di cui non c’è (e non ci sarà MAI) alcuna traccia per tutta la durata dell’odissea
– Ci rassegniamo ad attendere l’orario expected con santa pazienza speranzosi che alle 20.30 si possa imbarcare al gate 12
– Sempre guardando il tabellone, e sempre nel più totale disinteresse degli addetti Volotea, veniamo a sapere che il volo è stato spostato alle 22.00
– Nessuno che si preoccupi di fornirci un buono pasto, qualcosa da bere, soprattutto alle numerose famiglie con bambini e neonati
– Poco prima delle 22 vediamo che al gate previsto per il nostro volo hanno messo quello per Pisa e inizia il loro imbarco e noi del FI a chiederci quale sarà la nostra fine
– Sempre andando a guardare il tabellone delle partenze (nessuna voce e nessun addetto) scopriamo che ci hanno spostato al 16 e come tanti poveri pellegrini, con bambini, neonati e valige, ci dirigiamo verso quel gate sperando che sia la volta buona che ci fanno imbarcare
– Finalmente saliamo a bordo e come gentile concessione Volotea ci viene dato solo un mezzo bicchiere d’acqua fresca, nient’altro
– In sovrappiù l’aria condizionata, sparata a palla, ci fa morire di freddo ma alla nostra rimostranza ci viene detto che non si può né abbassare né spegnere e quindi dobbiamo diventare dei pinguini
– Il comandante c’informa gentilmente, e solo in inglese, che a Firenze il tempo è discreto, i gradi sono 24 e che si prevede di atterrare alle 23.50
– Poco prima di quell’ora il nostro aereo comincia a fare vari giri su Peretola e tutti ci chiediamo perché non atterri
– Ma questa volta viene delegato l’annuncio a una povera hostess, il comandante non ne ha il coraggio: “siccome su Firenze c’è una tempesta di pioggia e vento il volo sarà dirottato su…BOLOGNA dove arriveremo tra 15 minuti circa”
– Esplosione dei colleghi passeggeri, urla, ammutinamento, rabbia, tutto dettato dalla tanta stanchezza accumulata e dal disservizio, dal disinteresse totale verso noi viaggiatori
– Ci viene annunciato che a Bologna saremo prelevati da alcuni bus che ci porteranno a Firenze Peretola
– Atterriamo all’aeroporto di Bologna e noi con il solo bagaglio a mano ci dirigiamo verso l’uscita per vedere se ci sono davvero i bus ma, naturalmente, non ce n’è alcuna traccia
– Una voce all’altoparlante ci annuncia che i bus arriveranno alle 2 CIRCA e questo “circa” diventerà il leit motiv di tutte le nostre conversazioni per trascorrere la notte
– Bivacchiamo all’entrata dell’aeroporto in attesa sia dei bus che dei “colleghi viaggiatori” che attendono le loro valige
– Si scatena anche su Bologna una tempesta di pioggia e cominciamo a pensare che non arriverà MAI alcun bus per noi
– Nel frattempo apre il bar dell’aeroporto e qualcuno si rifocilla
– La stessa voce all’altoparlante annuncia: i bus per voi arriveranno alle 3, li abbiamo trovati, sono partiti verso Bologna
– Qualcuno/a dei viaggiatori decide di andare a dormire in albergo e qualcun altro/a si suddivide le spese di un taxi da Bo a Fi
– Noi, imperterriti, aspettiamo fiduciosi e, come un’oasi nel deserto, sotto una pioggia battente alle 3 arrivano due bus che ci imbarcano (pensate sempre a quei poveri bambini e neonati…) e ci portano a Peretola dove si scatena, giustamente, la corsa ad acciuffare i pochissimi taxi presenti che, fortunatamente, dopo poco, come per incanto, si moltiplicano…
– Ci hanno detto che potremmo chiedere una qualche forma di rimborso sia per i buoni pasto mai dati all’aeroporto di Catania che per i disagi di stanotte, fisici e psicologici, m’informerò, non sono molto ottimista su questo, purtroppo, ma ho promesso ai “colleghi” di questa odissea che, nel mio piccolo, avrei almeno denunciato con un articolo tutto l’accaduto nei minimi particolari ed è quello che ho fatto, spero che possa essere utile a chiunque decida d’intraprendere un viaggio con questa compagnia.