“Non startene al vento”, racconto di Stella Stollo, recensione di Daniela Domenici
Avete presente le goethiane affinità elettive? sono quelle che intercorrono tra me e Stella Stollo, autrice di origine umbra: dopo aver recensito il suo splendido romanzo storico “I delitti della Primavera” (che spero di poter presentare prossimamente qui a Firenze)
e anche il suo deliziosamente ironico “Io e i miei piedi”
Stella mi ha proposto un altro suo racconto “Non startene al vento” che è stato scelto per essere inserito nell’antologia “Amore e morte”
http://ilmondodelloscrittore.altervista.org/amore-e-morte-ecco-i-selezionati/
e ancora una volta mi sono innamorata della sua scrittura.
I protagonisti di questo sua opera sono la poetessa russa Anna Achmatova e il pittore italiano Amedeo Modigliani tra i quali nacque, a Parigi, una storia d’amore che ebbe, però, un finale tragico.
La poesia che dà il titolo al racconto, la preferita dall’autrice, è la seguente, composta nel 1911
Strinsi le mani sotto il velo oscuro…
“Perché oggi sei pallida?”
Perché d’agra tristezza
l’ho abbeverato fino ad ubriacarlo.
…
Come dimenticare? Uscì vacillando,
sulla bocca una smorfia di dolore…
Corsi senza sfiorare la ringhiera,
corsi dietro di lui fino al portone.
…
Soffocando, gridai: “E’ stato tutto
uno scherzo. Muoio se te ne vai”.
Lui sorrise calmo, crudele
e mi disse: “Non startene al vento.”
Stella Stollo ha la capacità di farci vivere questo struggente amore come se fossimo stati presenti a Parigi con Anna e Modì nei primi anni del Novecento, sembra di poterli realmente vedere e ascoltare nelle loro prime schermaglie e poi durante la breve ma intensa stagione della loro passione, pare quasi di poter ammirare le tele del grande pittore livornese: indipendentemente dalla lunghezza delle sue opere Stella Stollo dimostra di avere davvero la stoffa della scrittrice storica.