Non scavalcare quel muro, di Loredana De Vita, recensione di Daniela Domenici
E’ uno dei libri più belli, più dolorosi, più veri, più appassionanti che abbia mai letto, è un pugno nello stomaco che lascia tramortite/i, è una storia di donne, del loro coraggio, del loro silenzio, della loro forza, è il tentativo di una figlia di conoscere finalmente sua madre per capirla e capirsi, è la testimonianza, vera e brutale, di una violenza, perpetrata per anni, nei modi più subdoli, sia fisica che psicologica, è questo e molto altro quest’opera più recente di Loredana De Vita, docente e scrittrice napoletana.
C’è stato un momento in cui, lo confesso a voi e all’autrice, in cui stavo quasi per interrompere la lettura per il troppo male che mi faceva, poi ho deciso che dovevo proseguire per Maria e per Francesca, le due straordinarie protagoniste di questa storia, perché avrei contribuito, se l’avessi fatto, all’omertà, al silenzio, alla connivenza che circonda e ammanta gli stillicidi silenziosi, quotidiani, nascosti agli occhi della gente per mantenere la facciata, l’onorabilità ma che portano, inevitabilmente a un nuovo caso di femminicidio, o di donnicidio come preferisco chiamarlo io.
De Vita ha avuto la forza e la splendida bravura di narrare questa storia vera (che le è stata raccontata e che ha fatta soffrire anche lei mentre la scriveva) per dare il suo contributo, nel suo piccolo, affinché sempre più donne trovino il coraggio di denunciare, di parlare, di condividere, di farsi aiutare, di non rimanere rinchiuse nel loro guscio di dolore convinte che sia giusto così perché sono donne.
L’autrice riesce a narrare questa storia senza mai giudicare il comportamento di Giovanni, con uno sguardo sempre pieno di rispetto, dolcezza e affetto verso Maria e la sua famiglia, verso Marco e Francesca e trova il commovente escamotage stilistico di legare i capitoli tra di loro con una narrazione nella narrazione che non vi svelerò e che ci porta, goccia a goccia, al finale inaspettato.
Sarebbe bello che questo libro di De Vita venisse fatto leggere nelle scuole superiori di ogni ordine e grado per aiutare a far crescere uomini e donne migliori, più consapevoli: Loredana, il mio grazie dal profondo del cuore per il tuo coraggio e la tua bravura.