La scienza delle donne, di Maria Rosa Panté, recensione di Daniela Domenici

Uno dei libri più affascinanti che mi sia capitato di leggere, che mi ha “chiamato” tra le novità della mia nuova biblioteca, che ho letteralmente divorato e di cui sento la necessità di parlarvi è “La scienza delle donne” di Maria Rosa Panté che ha come sottotitolo “ricerca, teoremi e algoritmi al femminile”: quale sfida migliore per una innamorata della matematica da sempre come me…

L’autrice, una docente di italiano, latino e greco, come leggo in quarta di copertina, ha scelto di raccontarci “storie di donne che hanno dato i numeri davvero…tutte matematiche e, spesso, sconosciute. Oltre a essere madri, mogli, sorelle, figlie e amanti sono state invece anche ricercatrici, studiose, docenti…queste scienziate sono state grandi e appassionate nel mondo delle formule come nel mondo degli affetti e della vita quotidiana. Sono state visionarie e concrete, quasi sempre generose nella condivisione delle scoperte e della scienza…” e ci è riuscita in un modo splendido sia suddividendole in capitoli con una scelta originalissima che parlandone con un linguaggio che è un misto di terminologia dotta, specifica e di narrazione di vite che ce le rendono vicine, affini, semplicemente affascinanti, tutte da scoprire.

Le diciotto straordinarie scienziate scelte da Panté sono, nell’ordine in cui ha scelto di presentarcele, Ipazia, Lucrezia Cornaro, Olga Ladyzenskaja, Anne Milbanke, Ada Lovelace Byron, Mary Somerville, Caroline Herschel, Simone Weil, Emilie du Chatelet, Grace Chisholm Young, Julia Bowman Robinson, Sophie Germain, Emmy Noether, Hedy Lamarr, Sofja Kovalevskaja, Grete Hermann, Maria Gaetana Agnesi e Florence Nightingale.

Il capitolo finale “tiriamo le somme” rivela un altro elemento che mi fa sentire ulteriormente affine all’autrice, l’amore per la statistica che, ho scoperto leggendo il capitolo a lei dedicato, è stata una precipua caratteristica di Florence Nightingale.

Vorrei estrapolare innumerevoli riflessioni che mi hanno colpito ma concludo con l’affermazione di Maria Rosa Menzio nella postfazione che mi trova pienamente concorde“…credo che la matematica sia una materia umanistica, che parla del nostro cervello, del nostro modo di ragionare, di essere persone pensanti con una certa logica…in conclusione credo non vi siano modi maschili o femminili di rapportarsi alla matematica: c’è solamente una società che deve dare spazio, e soprattutto possibilità di pensiero condiviso all’altra metà del cielo”.