accadde…oggi: nel 1909 nasce Ada Alessandrini, di Antonio Parisella
Ada Alessandrini nacque a Terni il 20 dicembre 1909. Suo padre era un generale e comandava la Fabbrica d’armi di Terni. Nel 1932 conseguì la laurea in lettere con una tesi sull’influsso esercitato da S. Caterina da Siena per il ritorno dei papi da Avignone. Lavorò alla Biblioteca apostolica Vaticana insieme con Anna Maria Enriques Agnoletti, cofondatrice con Gerardo Bruni del Movimento cristiano-sociale, vittima dei nazisti a Cercina (FI). Frequentò il corso di paleografia e diplomatica alla scuola dell’Archivio Vaticano e poi lavorò alla Biblioteca del CNR e dal 1942 nella biblioteca Corsiniana (Accademia dei Lincei), di cui divenne vice direttrice. Partecipò alla Resistenza romana nella formazione partigiana Democrazia del lavoro, occupandosi della diffusione della propaganda antifascista e l’occultamento dei perseguitati politici e razziali e fu attiva nella banda “Travertino”. Profondamente cattolica, dopo la liberazione si iscrisse alla Dc, nella quale con Maria Maggi e altre fu tra le promotrici della battaglia per il voto alle donne e si batté con forea per la scelta repubblicana. Ne uscì però dopo la rottura del Tripartito – dell’alleanza di governo Dc-Pci-Psi – nel 1947. Insieme all’ex leader delle leghe contadine bianche Guido Miglioli, diede vita al Movimento cristiano per la pace, che partecipò alla formazione del Fronte democratico popolare, di cui fu membro della presidenza e candidata (non eletta) alle elezioni del 18 aprile 1948. Partecipò alla costituzione del Movimento unitario dei cristiani progressisti; mentre già dal 1947 era stata eletta membro del comitato direttivo dell’Unione donne italiane (UDI), nella cui Commissione culturale lavorò durante gli anni cinquanta e sessanta. Sempre con Miglioli fu tra i promotori italiani del Movimento mondiale dei partigiani della pace, costituitosi ufficialmente a Parigi nel 1949, ai cui organismi dirigenti partecipò con Joliot Curie, Aragon, Picasso, Emilio Sereni, Luigi Longo e altri. Fu particolarmente colpita dai viaggi in URSS e dalla personalità di Stalin. A nome dell’Udi, della Fédération démocratique des femmes (di cui era membro del consiglio dal 1948), dei Partigiani della pace, Ada Alessandrini partecipò a iniziative in favore della pace, con comizi, manifestazioni popolari, sottoscrizioni, ecc.: in particolare alla petizione contro la NATO, che nel 1949 ottenne più firme degli elettori del Fronte. Si presentò nel 1952 nella “Lista cittadina” per le elezioni amministrative di Roma e l’anno successivo alle elezioni della seconda legislatura nella lista del Movimento socialista cristiano, senza riuscire eletta. Nel corso degli anni partecipò come delegata a molti congressi del Movimento mondiale della pace, della Fdif, dell’Udi e del Comitato italiano per la pace. Negli anni sessanta, accantonata l’intensa vita politica, riprese l’attività di ricerca nell’ambito dell’Accademia nazionale dei Lincei, pubblicando saggi, lavori catalografici e curando mostre documentarie. Tornò alla politica impegnandosi – insieme con la socialista Lina Merlin – nelle campagne a favore dell’abrogazione della legge sul divorzio prima, che comporterà le sue dimissioni dall’Udi, e contro l’interruzione di gravidanza poi. Si avvicinò per ragioni religiose e spirituali all’Opus Dei, ma fu legata, soprattutto negli ultimi anni, (anche per stima personale per Giulio Spallone, Pietro Amendola e Flavio Colonna) all’ANPPIA (che trovava più dinamica), più che all’ANPI (che riteneva un po’ reducistica) con la quale pure collaborava. Con Ambrogio Donini, Armando Cossutta, Luigi Pestalozza, Alfonso M. Di Nola, fu tra i promotori di “Interstampa”. Perplessa di fronte alle iniziative di Gorbacev, fu sconvolta dal tentativo di colpo di Stato dell’agosto 1991 e il 26 agosto 1991 fu trovata morta vicino all’uscio di casa, mentre tentava di uscir in preda ad una crisi cardiaca.
Il suo ricchissimo e interessantissimo archivio personale e la sua biblioteca sono preso la Fondazione Lelio e Lisli Basso di Roma.