Il tagliacarte veneziano, di Carolyn Wells, traduzione di Marina Grassini, edizioni Le Assassine, recensione di Daniela Domenici

Ancora uno splendido giallo al femminile pubblicato dalla casa editrice Le Assassine e che si legge in un soffio; l’autrice, Carolyne Wells, americana, vissuta tra il 1862 e il 1942, ha scritto ben 170 opere, soprattutto thrillers ma anche libri per bambini e poesie.

I mie primi complimenti vanno alla brava traduttrice Marina Grassini, in secundis all’editrice che dimostra, ancora una volta, un ottimo fiuto nello scegliere opere di autrici, sia contemporanee che del passato, e proporcele.

In questo thriller, il cui titolo originario in inglese è “The clue”, compaiono moltissimi personaggi ma Wells è straordinaria nel non farci mai perdere il filo dipanando la matassa lentamente ma in modo perfetto e, soprattutto, a non farci minimamente intuire chi possa essere stato/a l’assassino/a di Madeleine Van Norman alla vigilia del suo matrimonio. In ogni capitolo vengono esclusi/e, con rara maestria, uno/a alla volta i/le sospettati/e grazie alla sagacia di Rob Fessenden, avvocato, amico del futuro sposo, Schyler Carleton, e improvvisato detective sui generis, poi del coroner, il sig. Benson, che con un colpo di scena capirà e rivelerà l’arcano.

Perfettamente caratterizzati/e, sia fisicamente che psicologicamente, tutti/e i/le coprotagonisti/e, da Kitty French, amica di Madeleine, a Tom Willard, suo cugino, dalla signorina Morton a Cicely Dupuy, segretaria di Madeleine, da Dorothy Burt, dama di compagnia della signora Carleton a Schuyler, suo figlio e futuro sposo, fino ai due medici, Hills e Leonard, che operano sulla scena del delitto da diverse angolature ma con la stessa professionalità.