“Perché così poche strade sono intitolate a donne a Tel Aviv?” di Ilan Lior, da me tradotto e rielaborato

street people

Uno dei miei libri preferiti su Israele è “Street People” di Helga Dudman.

“E’ una guida informativa e divertente che richiama le biografie di molte strade israeliane, le storie delle donne e degli uomini famosi a cui sono state intitolate. I pedoni e gli automobilisti possono viaggiare lungo Ibn Gabirol, Nordau, Ahad Ha’Am, George Eliot, Lilienblum e sapere chi sono stati e cosa hanno fatto”.

Haaretz riferisce che “delle 2.439 strade di Tel Aviv solo 62, un misero 2,5%, sono intitolate a donne”.

Possono le donne d’Israele infrangere questo soffitto di cristallo sulle targhe stradali?

La più breve delle passeggiate attraverso tel Aviv rivelerà una strada davvero lunghissima: il sentiero verso l’uguaglianza di genere nei nomi delle strade.

Sebbene le donne costituiscano la metà della popolazione i loro nomi sono quasi interamente assenti dalle targhe stradali.

Il numero diminuisce ancora se ti rendi conto che in sei casi le strade portano i nomi di donne menzionate insieme con i loro mariti.

Altre donne, la poetessa e attivista Dahilia Ravikovitch, la pianista e concertista Pnina Salzman e Pelagia Khoury che ha fondato il movimento delle donne arabe, sono state approvate, dalla commissione municipale sui nomi di Tel Aviv, come nomi di strade ma nessuna strada è stata ancora intitolata a loro.

Ci sono un sacco di strade dedicate a eventi e luoghi storici e, naturalmente, a uomini. Ma le donne sembra che non siano una priorità quando si tratta di perpetuare le memorie di personaggi celebri.

Questo stato di cose è forse più sorprendente alla luce del fatto che le ultime due persone a guidare la commissione dei nomi di Tel Aviv sono state donne: Miki Mazar e Haviva Avi-Guy, entrambe avvocate. Avi-Guy che ha terminato il suo secondo mandato tre mesi fa aveva sperato di vedere che più nomi di donne fossero scelti per le strade. E in effetti durante il suo mandato come capo della commissione il numero dei nomi di donne apparsi sui segnali stradali è più che raddoppiato, passando da 38 nel 2005 a 62 alla fine del 2013.

Quando è arrivata alla commissione toponomastica la Avi-Guy “ha dato a vita a un’azione affermativa per le donne” ha dichiarato a Haaretz “Non ci sono state praticamente richieste di intitolare strade a donne che non abbiamo approvato. Le donne erano generalmente molto meritevoli in ogni campo – cultura, arte, musica, politica, istruzione, giornalismo”.

E’ il pubblico, non la città, che biasima la poca presenza di donne nei cartelli stradali, ha detto la Avi-Guy.

“Mi sono avvicinata al pubblico generale e ho cercato segnalazioni di nomi di donne ma non c’erano abbastanza suggerimenti” ha dichiarato. Chiunque poteva dare un suggerimento e più suggerimenti di nomi di donne venivano fatti più strade sarebbero state a loro intitolate. E’ inconcepibile che in una città moderna come Tel Aviv le donne non si trovino commemorate in modo equo” ha detto Gaby Lasy che rappresenta Meretz al consiglio comunale e guida la commissione municipale sullo stato delle donne.

“Questa non è soltanto una richiesta di uguaglianza di genere nei nomi delle strade” ha detto “E’ anche sull’importanza di perpetuare l’opera di queste donne nella sfera pubblica”.

http://tzvee.blogspot.it/2014/02/haaretz-why-so-few-streets-named-for.html