“lettera al nulla” e “alla fine della sera”, due liriche di Ernestina de Champourcin, traduzione di Angelo Alberto Argento

 

Entre los nombres olvidados de las letras españolas se encuentra el de Ernestina de Champourcín, una poetisa nacida en Vitoria en 1905 y fallecida en Madrid en marzo de 1999.

Champourcín fue discípula de uno de los poetas más grandes que ha dado la Generación del 27, Juan Ramón Jiménez, y en toda su obra se nota la gran influencia de este autor, sobre todo en el preciso uso de las metáforas y aquellos recursos poéticos que él exploró de una manera inigualable.

Su poesía se encuentra irradiada de elementos simbólicos relacionados con una pureza y una belleza incuestionables. Escribió muchos poemas de amor; sin embargo consiguió ir mucho más allá de este estilo tan trillado, y cultivó una poesía social auténtica, que permite acercarse a la realidad de los poetas del exilio; muchas de sus poesías hablan sobre la soledad y la nostalgia.

Pese a que su nombre no adquirió importancia hasta la década del 90, época en la que se le otorgó, entre otros, el Premio Príncipe de Asturias de Letras, Ernestina nunca dejó de escribir y entre sus obras más importantes se encuentran “En silencio”, “Cántico inútil” y “Presencia del pasado”. Te recomendamos dos de sus poesías, que consideramos muy características: “Carta al vacío” y “Al final de la tarde”.[1]

 

Tra i nomi dimenticati della letteratura spagnola c’è quello di Ernestina de Champourcín, una poetessa nata a Vitoria nel 1905 e morta a Madrid nel marzo del 1999.

Champourcín fu allieva di uno dei poeti più grandi che ci ha consegnato la Generazione del 27, Juan Ramón Jiménez, e in tutti i suoi lavori si nota la grande influenza di questo autore, soprattutto nell’uso accurato delle metafore e quei ricorsi poetici che lui esplorò in maniera ineguagliabile.

La sua poesia si trova irradiata di elementi simbolici relazionati alla purezza e alla bellezza incontestabili. Scrisse molte poesie di amore; tuttavia cercò di andare ben oltre questo stile tanto banale e dette vita ad una poesia sociale autentica che permettesse di avvicinarsi alla realtà dei poeti dell’esilio; molte delle sue poesie parlano di solitudine e nostalgia.

Malgrado il fatto che il suo nome non abbia avuto importanza fino agli anni 90, epoca nella quale le si assegnò, tra i tanti, il Premio Principe di Asturia di Lettere, Ernestina non smise mai di scrivere e tra le sue opere più importanti troviamo In silenzio, Cantico inutile e Presenza del passato.

Ti raccomandiamo due delle sue poesie, che consideriamo più caratteristiche: Lettera al nulla e Alla fine della sera.

 

 

 

 

Carta al vacío

 

Es escribir a alguien

o lanzarse al silencio,

a nadar en lo oscuro,

a encender una llama

aunque ahoguen las dudas.

¿Carta a lo que no existe?

Hay buzones alados

que se disparan solos

y un correo sin pistas

ni trayecto seguro.

 

Eludir el camino

que todos conocemos.

Seguir hacia adelante

ruta de los que intentan

lo que nunca pensaron

y se sienten felices

porque hay algo distinto,

porque se desvanece

de pronto lo que sobra

y no existe el vacío

si queremos colmarlo.

 

 

Lettera al nulla

 

È scrivere a qualcuno

o lanciarsi in silenzio,

nuotando nell’oscurità,

accendendo una fiamma

sebbene affoghino i dubbi.

Una lettera a chi non esiste?

Ci sono porta lettere alate

che si scagliano da soli

e una posta senza indizi

ne tragitto sicuro.

 

Eludere il cammino

che tutti conosciamo.

Seguire avanti

la strada di quelli che cercano

ciò che mai avrebbero pensato

e si sentono felici

perchè c’è qualcosa di diverso,

perchè svanisce

all’improvviso quello che avanza

e non esiste il nulla

se vogliamo colmarlo.

 

 

 

Al final de la tarde

 

Al final de la tarde

dime tú ¿qué nos queda?

El zumo del recuerdo

y la sonrisa nueva

de algo que no fue

y hoy se nos entrega.

 

Al final de la tarde

las rosas siguen lentas

abriéndose y cerrándose

sin caer aún en tierra.

 

Al final de la tarde

no vale lo que queda

sino el impulso mágico

de la verdad completa.

Alla fine della sera

 

Alla fine della sera

dimmi tu, cosa ci rimane?

Il succo del ricordo

e il sorriso nuovo

di qualcosa che non fu

e oggi ci si consegna.

 

Alla fine della sera

le rose continuano ad essere calme

aprendosi e chiudendosi

senza cadere mai a terra.

 

Alla fine della sera

non vale ciò che rimane

senza l’impulso magico

della completa verità.

 

 

[1] https://www.poemas-del-alma.com/ernestina-de-champourcin.htm