La casa degli specchi, di Cristina Caboni, Garzanti 2019, recensione di Daniela Domenici
Quattro anni dopo averla “incontrata” con “La rilegatrice di storie perdute”
e poco dopo con “La custode del miele e delle api”
Cristina Caboni mi ha nuovamente affascinato, ammaliato ed emozionato con “La casa degli specchi” le cui 250 pagine sono volate via in un soffio e mi hanno lasciato un sorriso nel cuore.
La splendida protagonista di questo romanzo-fiaba è Milena, una giovane donna che sogna di diventare un’attrice e che è profondamente legata al suo amatissimo nonno Michele che era un creatore di gioielli per il mondo del cinema soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Oltre a loro Caboni ci regala, con perfette caratterizzazioni psicologiche, i ritratti di Rosaria, la saggia governante tuttofare del nonno, l’accogliente Teresa, la moglie di Lorenzo, padre di Milena, Gabriel, l’amico americano, Federico, il maresciallo dei carabinieri, e tanti/e altri/e coprotagonisti/e che colorano la storia con ininterrotta magia.
Piene di dettagli appassionati le descrizioni di Positano che Caboni ha scelto come setting della vicenda e perfetta l’alternanza temporale tra i capitoli attuali e quelli del 1956 che ci aiutano a capire cosa sia successo all’epoca che ha ripercussioni sul presente; arriveremo in punta di piedi al commovente epilogo finale, inatteso ma sperato.