Il mandante, di Maria Teresa Valle, Fratelli Frilli 2019, recensione di Daniela Domenici
Talvolta mi capita di fare come i gamberi, di leggere i libri di autori e autrici a ritroso perché mi sono piaciuti tanto che sento il desiderio di approfondire la conoscenza del/la protagonista; è il caso del commissario capo Damiano Flexi Gerardi, detto “il Becchino” per il suo abbigliamento, della scrittrice ligure Maria Teresa Valle.
Ho letto prima il secondo della serie
pochi giorni fa il terzo, appena edito
e ora vado a parlarvi della sua prima indagine ne “Il mandante”.
Il commissario torna a vivere e a lavorare a Genova dopo dieci anni di “esilio” in Sardegna, siamo negli anni Cinquanta, subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale. E si troverà a interagire nuovamente con il suo vice Bonvicini con cui c’era una certa ruggine che è rimasta intatta e con il giovane ispettore Marceddu con il quale nasce una sintonia immediata e una comunanza di vedute nel cercare di risolvere la serie di omicidi che sembrano apparentemente non essere collegati tra loro. Scavando a fondo con caparbietà e intuito Flexi Gerardi riuscirà a trovare il bandolo della matassa ma sarà un percorso doloroso e irto di ostacoli.
Bravissima Valle a caratterizzare psicologicamente il Becchino, suo fratello Vincenzo, sua moglie Angela e i loro bambini e i/le tantissimi/e coprotagonisti/e molti/e dei/lle quali ritroveremo nei due libri seguenti: complimenti di vero cuore, Valle, per questo commissario così umano e, allo stesso tempo, così professionale!