“Migranti” di Adele Libero
Sconfitte si rincorrono
le ore, sul natante ormai
è finito tutto: l’acqua,
l’ansia, la pazienza, le tante
idee, il nuovo, la speranza.
Lo scafista è subito
scappato, inutile al timone
qualcuno sta piantato.
Le onde spruzzano
i poveri migranti, inzuppando
di sale bocca e pelle.
E quando ormai sembra
che il destino abbia il suo filo
tutto srotolato, uno scafo
(la polizia) vicino.
Tremiti e brividi scuotono la barca,
i pianti sono promesse di futuro,
le membra in pezzi crollano
sul molo, gli occhi si chiudono
dopo il tragitto duro.
Un bimbo accetta acqua e beve
piano, una donna si guarda
tutto intorno. Salva la vita,
comincia ora la lotta
per restare nella promessa
terra a lavorare.
Parte un traghetto per l’isola vicina,
con i turisti ignari della sfida.
Si sentono diversi, e sono
uguali, anime in vista
dell’ultimo orizzonte.
Bella e struggente, ancora una volta hai colpito nel centro, Adele!!!
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Si sentono diversi e sono uguali, nati nella stesso mondo in altra terra, e questo basta all’uomo a fare guerra. La storia si ripete perchè l’uomo è sempre quello, ci sentiamo così divini da diventare assassini.
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