“Migranti” di Adele Libero

Sconfitte si rincorrono

le ore, sul natante  ormai

è finito tutto: l’acqua,

l’ansia, la pazienza, le tante

idee, il nuovo, la speranza.

Lo scafista è subito

scappato, inutile al timone

qualcuno sta piantato.

Le onde spruzzano

i poveri migranti, inzuppando

di sale bocca e pelle.

E quando ormai sembra

che il destino abbia il suo filo

tutto srotolato,  uno scafo

(la polizia) vicino.

Tremiti e brividi scuotono la barca,

i pianti sono promesse di futuro,

le membra in pezzi crollano

sul molo, gli occhi si chiudono

dopo  il tragitto duro.

Un bimbo accetta acqua e beve

piano, una donna si guarda

tutto intorno. Salva la vita,

comincia ora la lotta

per restare nella promessa

terra a lavorare.

Parte un traghetto per l’isola vicina,

con i turisti ignari della sfida.

Si sentono diversi, e sono

uguali, anime in vista

dell’ultimo orizzonte.